Le politiche territoriali devono basarsi sulla conoscenza delle condizioni di partenza. E devono essere periodicamente monitorate per valutarne l’efficacia.
Questo assunto è tanto chiaro e condivisibile quanto spesso disatteso. Per questa ragione il tema della data driven administration, di come la Pubblica Amministrazione possa dar luogo ad un nuovo corso nel rapporto con cittadini e territorio è oggi molto dibattuto.
Siamo di fronte ad una opportunità di miglioramento e sviluppo che rischia di non essere colta appieno. Se ne è a lungo discusso nell’ambito dell’ultima Edizione di Forum PA 2016 ed è stata occasione per Dedagroup di raccontare la propria visione con il mio intervento nell’ambito di un convegno dedicato.
La molteplicità di dati e fonti informative di cui oggi disponiamo non è sinonimo di conoscenza condivisa e non determina di per sé una nuova capacità di lettura del contesto e conseguente indirizzo delle azioni.
L’evoluzione tecnologica, ma anche normativa ed organizzativa, se è vero che consentono un aumento nella disponibilità di dati rilasciati da soggetti istituzionali di varia natura (Ministeri, Inps, Governo, etc.), necessitano di una volontà di costruire politiche di sviluppo di un territorio condivise, a partire da sistemi di conoscenza condivisi.
I dati, se gestiti, possono essere immessi in maniera strutturata nei diversi processi decisionali. Per questo possiamo affermare che il patrimonio conoscitivo presente nelle banche dati operazionali di un Ente è di enorme interesse sia per l’Amministrazione stessa, abilitata così ad un nuovo modo di fare policy, sia per imprese e cittadini.
Ancora una volta, quindi, non si tratta di strumenti o di tecnologie ma di una nuova cultura che va diffondendosi e che ha bisogno di nuove competenze che la sostengano. Occorre lavorare sulle persone e sui processi di cambiamento. L'ampia mole di dati aperti e disponibili che le PA dovrebbero mettere a disposizione sono senz'altro cruciali. Oltre a questi elementi è altresì necessario, e forse ancor più importante, che si sviluppino nuove capacità di dialogo tra le PA affinchè tali dati possano essere sfruttati col fine ultimo di migliorare l'efficienza dei servizi offerti alla comunità.
È importante, quindi, non semplificare la questione guardando quello che sta avvenendo a livello centrale in tema di rilascio e messa a disposizione di open data. Perché il circolo virtuoso si attivi è fondamentale, infatti, che il processo parta già a livello locale, dove ogni Ente locale deve lavorare sui propri sistemi informativi e sui processi organizzativi per creare una base della conoscenza condivisa come presupposto su cui ridefinire servizi e politiche per i cittadini, a partire da una conoscenza dei fenomeni territoriali puntuale, oggettiva e stratificata.
Il nostro modello di Amministrazione Digitale è un Ente che mette a disposizione per sé e per il proprio territorio il sistema di conoscenze che derivano dall’integrazione delle proprie banche dati arricchite da banche dati di origine esterna. E' proprio integrando le proprie competenze ed esperienze legate a dati e identità, territorio, servizi e soluzioni che Dedagroup offre un’unica proposizione divalore per la realizzazione della data-driven Administration.
In questa ottica abbiamo sviluppato Civilia Next, la prima piattaforma software nativamente concepita per l’Amministrazione digitale, dedicata a chi governa gli Enti locali e vuole realizzare il cambiamento.