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Un polo da esportazione per il software Made in Italy

Intervistato dal Corriere della Sera, Marco Podini, Presidente esecutivo di Dedagroup, commenta i risultati raggiunti dal Gruppo e il suo piano di sviluppo, anche a livello internazionale

 

“Vogliamo accelerare la crescita con nuove acquisizioni. E rafforzarci in finanza, moda e negli Usa.” Marco Podini, Presidente esecutivo di Dedagroup, in un’intervista a tutto tondo al Corriere della Sera parla dei risultati raggiunti dal Gruppo negli ultimi anni e delle sue prospettive evolutive, all’interno delle quali si colloca il delisting di Piteco annunciato recentemente.  Dalla digitalizzazione di aziende e pubblica amministrazione, uno dei pilastri del Pnrr, al finance: anche in un periodo complesso come quello attuale, Dedagroup continua ad operare con la responsabilità e la fiducia di chi sa generare cambiamenti positivi, puntando a un ulteriore sviluppo e a un’accelerazione del proprio processo di internazionalizzazione.

“Dopo lo shock del 2020, che per noi è comunque stato un anno positivo in termini di posizionamento e di recupero di marginalità, ma in cui avevamo registrato un rallentamento della crescita, nel 2021 abbiamo realizzato un più 15%. Soprattutto abbiamo portato avanti la nostra strategia di polo aggregante delle eccellenze italiane investendo in alcuni settori per noi strategici, dalla finanza, con l’acquisizione di Pegaso 2000, alla cybersecurity, con quella di IFInet, che abbiamo integrato per offrire una piattaforma di tecnologie abilitative al passaggio al Cloud e alla messa in sicurezza delle stesse. Nel 2022 si è rafforzata anche Dedagroup Stealth, attiva nel mondo della moda, acquisendo Bsamply, piattaforma per costruire una supply chain digitalizzata, con l’obiettivo di permettere alle aziende di trovare le materie prime secondo principi di sostenibilità” afferma Marco Podini. 

Una crescita, sia organica che per linee esterne, che guarda con interesse anche ai mercati internazionali, dove il potenziale di sviluppo è particolarmente elevato sia per il mondo del Fashion che per quello del Finance. 

“Per la moda oggi siamo già presenti in tutti i paesi europei, ora guardiamo all’area Apac e America. Invece con il finance abbiamo poi deciso di concentrarci sulle Americhe dove il modello degli applicativi specializzati vede un buon riscontro, perché è in realtà meno sviluppato di quello europeo” prosegue Marco Podini, sottolineando come il Gruppo stia crescendo organicamente nel mercato statunitense, dove ha già più di un centinaio di banche clienti.