Secondo il più recente report di Pwc dedicato al mercato italiano degli Npe (Non performing exposures), lo stock dei crediti Stage 2 in Italia è cresciuto di oltre il 25% negli ultimi cinque anni. Il nostro Paese si colloca al terzo posto in Europa per dimensioni del fenomeno, dopo la Francia e la Germania, ma è in testa alla classifica per incidenza di questi prestiti sul portafoglio totale dei crediti: l’11%, rispetto a una media delle banche europee intorno al 9%.
Nel mercato dei crediti non performing, stanno quindi emergendo dei nuovi protagonisti che meritano l’attenzione di tutti gli operatori. Sono gli Stage 2, crediti che manifestano un aumento significativo del rischio, ma senza evidenze oggettive di una riduzione di valore. Di questa tendenza, delle opportunità che apre e di come gestire con efficacia gli Stage 2 parla Vanes Bolandrini, General Manager di RAD Informatica, in un articolo per Milano Finanza.
“Emerge la necessità di definire un approccio che consenta di monitorare gli Stage 2 e definire meccanismi correttivi rapidi, in caso si evidenzino segnali di deterioramento. Nonostante la loro rilevanza crescente, non esistono al momento strategie di gestione orientate a questo segmento di mercato. La tecnologia risulta quindi essere essenziale per mettere in atto un processo basato sul potenziamento degli early warning” spiega Vanes Bolandrini.