Conoscere a fondo cosa accade nei territori per costruire
politiche sanitarie migliori, ridurre le disparità dei livelli di servizio
offerti dalle diverse regioni, mettere in connessione i diversi attori che si
occupano della cura alle persone attraverso la messa a fattor comune dei dati
dei pazienti, in modo chiaro, semplice, fruibile da tutti gli interessati.
Sono queste alcune delle strategie con cui si può migliorare
l’accesso ai servizi sanitari: facendo leva su tutte le potenzialità offerte
dalla tecnologia e, anche, approcciando tali possibilità dal punto di vista
organizzativo. Così, la conoscenza puntuale dei carichi che il Sistema
Sanitario Nazionale deve sostenere sui diversi territori può aiutare a rivedere
la pianificazione delle risorse, riducendo così le diseguaglianze e elevando
gli standard dei servizi offerti ai cittadini.
Fabio Meloni, CEO di Deda Next, ne ha parlato in
un’intervista con La Repubblica Affari&Finanza. Al centro della chiacchierata,
l’importanza dei dati come leva di conoscenza con cui definire nuove strategie di
gestione basate sulle informazioni e finalizzate alla costruzione di una sanità
più equa.
“I dati ci permettono di leggere, quindi conoscere. Serve
poi utilizzarli con un approccio integrato, puntare sulla loro interoperabilità”,
spiega Meloni, che aggiunge “serve un approccio di business intelligence alla
sanità, ovvero un insieme di competenze e di soluzioni che servono a leggere i
dati di diversi territori e a capire dove ci sono dei problemi. Andare ad
esempio a esaminare perché in certe strutture si hanno delle liste d’attesa
particolarmente lunghe e dove i fondi sono utilizzati per priorità reali”.
Far leva sui dati consente di costruire un’infrastruttura
digitale che può riequilibrare i livelli di servizio, consentendo così la
progettazione di soluzioni in linea con le esigenze dei territori e dei
cittadini che vi abitano.