Cresce il livello di digitalizzazione dei comuni italiani e il miglioramento avviene in modo sempre più pervasivo su tutto il territorio, andando a mitigare quelle differenze tradizionalmente legate a fattori strutturali come la collocazione geografica e la dimensione dell’Ente. È quanto emerge dall’"Indagine sulla maturità digitale dei comuni capoluogo" realizzata da FPA (gruppo Digital 360) per Deda Next, nuovo nome di Dedagroup Public Services, i cui risultati sono stati raccontati in anteprima da Il Sole 24 Ore e saranno presentati oggi, 15 giugno, nel corso del convegno “PA digitale 2026: la maturità digitale dei comuni rispetto agli obiettivi del PNRR” di Forum PA 2022.
La ricerca analizza il grado di maturità digitale dei 110 comuni capoluogo italiani sulla base di tre diverse dimensioni: Digital public services, il livello di disponibilità online di 20 tra i principali servizi al cittadino e alle imprese; Digital PA, cioè l’integrazione dei comuni con le piattaforme abilitanti; Digital openness, che misura il livello di apertura delle amministrazioni comunali in termini di numerosità e interoperabilità degli open data e il livello di comunicazione con i cittadini attraverso i canali social.
Sono 41 le città con un buon livello di maturità digitale: un aumento sensibile rispetto al 2021. Cala quindi il numero dei comuni collocati nelle fasce inferiori che, nonostante un’attenuazione delle differenze tra Nord e Centro Sud e tra comuni grandi e piccoli, vedono comunque una prevalenza di città appartenenti al Mezzogiorno e di realtà di dimensioni ridotte.
“I risultati dell’Indagine rappresentano un ottimo punto di partenza per il processo di digitalizzazione delle città delineato dal PNRR, che richiederà alle amministrazioni un deciso cambio di passo” afferma Gianni Dominici, Direttore Generale di FPA, sottolineando quindi quanto lavoro ci sia ancora da fare.
Fabio Meloni, CEO di Deda Next, delinea l’approccio da adottare per affrontare il processo di digitalizzazione: “Il successo della transizione digitale spinta dal PNRR dipende molto dalla capacità degli Enti comunali di approcciare l’opportunità che si è creata. È fondamentale dotarsi di una strategia complessiva dell’amministrazione digitale”.