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Sostenibilità: priorità assoluta per una crescita di lungo periodo

Sulla spinta dello European Green Deal e del Next Generation EU, la transizione ecologica ha finalmente preso il via. Il contributo di Deda a supporto di nuovi modelli di sviluppo sostenibile: Public Services, Fashion e Banking & Finance

 


Fare business e fare industria, oggi, non può più prescindere dall’attenzione verso le tematiche ambientali. In un mondo globale e interconnesso, è diventato ormai evidente quanto la transizione ecologica sia una priorità assoluta per attuare una crescita sostenibile. Una consapevolezza che si sta gradualmente traducendo in piani strategici e azioni concrete, a partire dallo European Green Deal, che ha l’obiettivo di trasformare l’Unione Europea nel primo continente a impatto climatico zero entro il 2050. La necessità di mettere in moto una strategia di sviluppo alternativa e sostenibile è stata inoltre ribadita dal piano NextGeneration EU, che è strettamente legato agli obiettivi delineati dallo European Green Deal e che istituisce vincoli stringenti affinché almeno il 37% delle somme destinate ai Piani Nazionali di Ripresa e Resilienza da parte di ciascun Paese europeo sia speso per la lotta al cambiamento climatico.  

 

Il PNRR italiano, approvato definitivamente il 13 luglio 2021, accoglie questi requisiti, allocando alla Missione 2, “Rivoluzione verde e transizione ecologica” 69,94 miliardi di euro e alla Missione 3, “Infrastrutture per una mobilità sostenibile”, 31,46 miliardi di euro. Il totale dei fondi destinati al tema della sostenibilità equivale quindi a quasi la metà del valore complessivo dell’intero PNRR, pari a 235,12 miliardi di euro.  
Il percorso è ormai segnato: investimenti, incentivi e riforme dovranno contribuire a rendere la crescita sostenibile attuabile e concreta. Alle istituzioni, alle imprese e ai cittadini, è dunque richiesto uno sforzo congiunto nel trasformare le proprie abitudini, scelte strategiche e modelli di sviluppo sostenibile. Una vera e propria rivoluzione a cui le aziende del Gruppo rispondono proattivamente con soluzioni dedicate e una visione di lungo periodo, sviluppando approcci e modelli sostenibili in tre grandi ambiti di trasformazione: Public Services, Fashion e Banking & Finance.  

 
 

Public Services


Centri abitati e grandi aree urbane sono uno degli attori protagonisti della transizione sostenibile, perché lì si concentra il 75% delle emissioni globali di gas serra. La riprogettazione degli spazi, la trasformazione degli edifici in ottica di risparmio energetico e la riorganizzazione dei trasporti sono quindi fondamentali per un’evoluzione verso territori più verdi e sostenibili. 

In questo contesto, il governo dei dati è imprescindibile, perché permette di monitorare puntualmente i risultati ottenuti dai progetti di mobilità sostenibile, di lotta all’inquinamento e di trasformazione verde, ed elaborare così delle politiche sostenibili misurabili e in grado di evolvere del tempo. Una competenza messa in campo in iniziative nazionali ed europee e fondamentale anche nel campo delle Utilities, cioè, tutte le imprese che si dedicano all’erogazione e la gestione dei servizi ai cittadini.

 

I dati, la loro aggregazione da fonti eterogenee apparentemente non correlate e la capacità di creare relazione e interazione tra essi sono infatti l’elemento chiave in grado di abilitare nuovi business model basati su fonti di energia rinnovabili e su una gestione più efficiente delle risorse, per attuare la transizione energetica del Paese e costruire infrastrutture più moderne, digitali, sostenibili e interconnesse. 

 
 

Fashion


L’industria della moda è, per caratteristiche intrinseche, una delle produzioni con un più alto impatto ambientale. L’opinione pubblica sul tema, però, sta cambiando e di conseguenza il settore sta vivendo un periodo di forte riconsiderazione dei propri valori. L’intensificato interesse dei consumatori verso il tema della sostenibilità spinge infatti i brand del Fashion ad accrescere la propria attenzione verso l’ambiente e, al tempo stesso, a dimostrare il proprio impegno in questo ambito, rendendo più tracciabile e trasparente la propria catena del valore. Anche per questo motivo, nel 2019, oltre 30 aziende leader mondiali della moda e del tessile hanno firmato il Fashion Pact, impegnandosi al raggiungimento di una serie di obiettivi ambientali, focalizzati su tre aree principali: clima, biodiversità e oceani. A distanza di un solo anno il numero dei membri del Fashion Pact è raddoppiato, andando a coinvolgere circa un terzo dell’industria globale della moda.  

 

Quella della sostenibilità è quindi una sfida davanti alla quale le aziende del Fashion non si possono più nascondere. Per perseguire una linea di business più sostenibile, i brand devono riconsiderare l’intero ciclo di vita del prodotto: dalle fasi di design e produzione, fino a quelle di smaltimento, riuso e riciclo. Solo in questo modo sarà possibile attuare, in ultima istanza, una strategia circolare, che è il passo successivo alla sostenibilità. Un obiettivo ambizioso, portato avanti anche grazie agli studi attuati da gruppi di ricerca che coinvolgono diversi stakeholder del mondo della moda, come il Monitor for Circular Fashion promosso da SDA Bocconi ed Enel X.  

Ciò che risulta essere evidente, però, è che il futuro sostenibile della moda non può essere raggiunto senza ricorrere al supporto della tecnologia e alla straordinaria capacità di governo ed elaborazione dei dati che questa abilita. L’analisi del dato permette infatti alle aziende di mettere in campo, monitorandole, attività e strategie che creino valore non solo per i consumatori, i partner e gli stakeholder, ma anche per il business stesso. Nella consapevolezza che gli impegni sociali e ambientali soddisfano le esigenze di tutti.

 
 

Banking & Finance


L'ambito della sostenibilità è sempre più pervasivo: anche il mercato Banking & Finance si sta sensibilizzando verso le tematiche ambientali. Oggi, prestare attenzione solo ai rendimenti e ai fondamentali di un determinato settore non è più sufficiente per gli investitori. I fattori ESG (environmental, social e governance) stanno acquisendo sempre maggiore considerazione e la domanda di prodotti finanziari sostenibili è in fortissima crescita. Integrare nelle analisi del rischio i criteri ESG è diventato pertanto un tema centrale per le banche e gli investitori . Gli strumenti per l'analisi dinamica e prospettica delle aziende stanno quindi evolvendo, andando a combinare un approccio qualitativo di raccolta dei dati relativi ai fattori ambientali, sociali e di governance con un modello quantitativo di valutazione delle performance ESG delle imprese. 


 

Anche la partita dei pagamenti digitali è uno dei catalizzatori del concetto di finanza sostenibile. L’impatto ambientale di ogni transazione in contanti, infatti, è pari a 4,6 grammi di CO2, rispetto ai 3,8 grammi di CO2 equivalenti per una transazione effettuata in modalità cashless. In un contesto sempre più attento alle tematiche ambientali, quindi, anche il mondo dei payments ha intrapreso un percorso a senso unico verso una completa dematerializzazione dei pagamenti.   

 
 

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