Di Internet of Things si
è iniziato a parlare negli anni 10 di questo secolo, quando il numero di
dispositivi connessi alla rete ha superato il numero delle persone che vivono su
questo pianeta.
Quali benefici può ottenere l’Industria, oggi, dal grado di connessione
che abbiamo raggiunto?
Ne
abbiamo parlato durante l’evento Beyond
IoT - Come innovare, servitizzare e finanziare l'Industria 4.0, che
abbiamo organizzato lo scorso ottobre al Made di Milano.
Il collegamento alla rete
e il cloud hanno reso smart molti scenari: dalle abitazioni ai trasporti,
dall’agricoltura alle città, fino ad arrivare allo smart manufacturing.
Siamo nel contesto dell’Industria 4.0, ovvero della sua transizione verso
il digitale. E se “data are the new oil”, quante informazioni può restituire un
macchinario, collegato alla rete? Ecco solo le principali: tempi operativi,
usura delle parti consumabili, performance per tipo di lavorazione, status funzionale.
Facendo un passo in avanti, da queste informazioni possiamo creare modelli
predittivi per la gestione della manutenzione, la programmazione degli approvvigionamenti,
l’abbattimento dei tempi di fermo per guasto o mancata richiesta di produzione.
Diventa quindi chiaro che
per un’azienda applicare l’IoT al mondo manufacturing si configura come un tema
più strategico che tecnologico: una volta comprese le potenzialità di sviluppo,
si tratta di stabilire qual è il livello di smartness più adatto al
proprio business, partendo dal semplice monitoring dell’operatività fino ad
arrivare alla servitizzazione dell’intero ecosistema produttivo.
La servitizzazione consiste nel passare da un modello di business basato sulla fornitura di un prodotto a uno basato sull’erogazione di un servizio. Da clienti finali, la sperimentiamo nella vita di tutti i giorni con leasing e abbonamenti, come quello per il caffè in capsule, per esempio. Applicata alle linee di produzione, la servitizzazione richiede 3 attori:
L’azienda, il cui intero board è consapevole del completo cambio di prospettiva che la servitizzazione porterà nello sviluppo dell’offerta, nella relazione con il cliente e nell’operatività quotidiana;
L’istituto finanziario, grazie al quale i clienti dell’azienda potranno accedere alle risorse necessarie per progettare una nuova operatività;
L’innovation developer, ovvero il system integrator che sviluppa la piattaforma di gestione e si occupa dell’analisi dati a partire dalla quale svilupperà le feature della piattaforma stessa
Si tratta di trasformare completamente il rapporto con i propri clienti: l’oggetto della vendita non è più la
singola macchina o la linea di produzione, ma un servizio, un’esperienza.
L’efficienza produttiva diventa obiettivo comune del cliente e del fornitore, in
un progetto che richiede una collaborazione a quattro mani, una relazione che
non si esaurisce con la consegna della commessa ma che prosegue in un’ottica di
miglioramento continuo delle performance. L’ha confermato anche Daniele
Tencalla, Technical Director della Machinery Division di Goglio, che all’evento
Beyond IoT - Come innovare, servitizzare e finanziare
l'Industria 4.0,
organizzato da Dedagroup Business Solutions lo scorso ottobre, ha portato l’esperienza
di Goglio Mind, la piattaforma che connette l’azienda agli impianti dei suoi
clienti in tutto il mondo, in parte sviluppata e gestita dai nostri team dedicati al
mondo IoT e AI.
Una volta definita la giusta configurazione della
piattaforma tecnologica di riferimento, la sfida è, ancora una volta, nella
strategia. Si tratta di selezionare gli interlocutori sufficientemente
consapevoli del valore che un aumento della produttività di qualche punto
percentuale può portare, e sufficientemente pronti a compiere insieme
all’azienda il primo passo verso un nuovo modo di essere industria.