I numeri dei vari studi effettuati sul mercato della moda
parlano chiaro, il nostro (vostro) settore è uno dei più rappresentativi per il
sistema industriale italiano e sta subendo significativi cambiamenti.
Per uniformità di dati faccio riferimento alle informazioni
contenute nell’ultimo
aggiornamento dello studio Mediobanca – pubblicato in occasione
della Fashion Week 2019: nel 2017 le 163 aziende italiane del settore Moda hanno
generato un fatturato aggregato pari a 70,4 mld di Euro, pari all’1,3% del PIL
nazionale.
La considerazione che faccio, a partire da questi dati, è che molte di queste spesso sono catalogate come Piccole Medie Aziende.
Questi pochi e semplici numeri sono l’ennesima prova che il
settore Moda rimane molto frazionato, con una netta predominanza di Piccole Medie
Imprese.
Aziende di queste dimensioni, per riuscire a essere competitive in un
mercato sempre più globale, hanno dovuto significativamente evolvere – spesso
incrementandone la complessità – i propri modelli di business, sia in termini di
processi, sia in termini di sistemi.
La conseguenza è che queste aziende si trovano a vivere una
complessità interna elevata, che probabilmente le avvicina di molto a ciò che
accade nelle Top 100 della Moda.
Facciamo un esempio: immaginiamo un marchio italiano del Lusso
distribuito in tutto il mondo che, per scelta, ha deciso di contenere la
propria dimensione rimanendo tra i 20 e i 30 Milioni di Euro di fatturato, così
da assicurarsi un controllo ottimale delle operation nonostante il respiro
internazionale.
Per esperienza personale posso dirvi che, con le dovute
proporzioni, una azienda di questa tipologia ha le stesse necessità e criticità
di una grande azienda, ma con risorse di due o tre ordini di grandezza più
piccole.
Partendo dallo sviluppo prodotto, passando per la produzione interna e - molto
spesso - anche esterna, arrivando fino alla distribuzione Omnichannel, per
poter crescere e rimanere competitive le Piccole e Medie Aziende del comparto
Moda devono essere in grado di governare in modo trasparente, univoco e
integrato l’intera catena del valore.
E’ di questo che abbiamo ragionato quando abbiamo messo a
punto StealthGO!, la versione prêt-à porter della nostra Stealth® Platform, una
soluzione pre-configurata, pensata per tutte le piccole e medie imprese e
disponibile con verticalizzazioni specifiche per i settori Abbigliamento,
Calzature e Pelletteria, Lusso e Accessori, Intimo.
Sono diversi anni, ormai, che si parla della costruzione e dell’implementazione di strategie Omnichannel come vera leva strategica con cui le industrie della Moda possono rispondere alle esigenze di consumatori globali e scontenti. Nonostante si tratti di un argomento di cui si dibatte da tempo, è soltanto nell’ultimo periodo che si è potuto notare come la integrazione trasparente tra molteplici canali di vendita è diventata sempre di più il vero paradigma, la chiave di volta, con cui le aziende della Moda possono sostenere ritmi e scenari competitivi veloci e complessi.
Il consumatore cambia frequentemente – e sempre più
rapidamente – le proprie abitudini di acquisto: la vera sfida delle imprese
della moda, oggi, non è più soltanto produrre prodotti ma anche capire come e
dove venderli.
L’ecommerce
nel 2017 ha fatto registrare 2.300 miliardi di vendite e si stima che nel 2020
toccherà quota 4.500 miliardi.
Siamo nel pieno della quarta rivoluzione industriale, la
rivoluzione digitale, che è arrivata a sconvolgere i modelli di business,
soprattutto per quanto riguarda le modalità di vendita: oggi queste impattano
in modo diretto e indiretto sulla parte finale della Supply Chain, ovvero sulla
porzione di catena logisitico-distributiva che riguarda il prodotto finito.
A questo elemento si deve aggiungere il fatto che le leve
della creatività sono passate nelle mani dei clienti finali.
Le modalità di co-progettazione dei prodotti sono ormai ampiamente diffuse e hanno avuto una importante accelerazione come conseguenza diretta dell’esplosione degli strumenti digitali: partendo dal web, passando per i social e arrivando all’ecommerce. Nei quartier generali dei grandi brand e, forse, a maggior ragione all’interno delle piccole imprese e nelle start-up in cerca di affermazione, la nuova parola d’ordine è governare il web, ovvero cavalcarne le onde di cambiamento in modo istantaneo e puntuale.
Tutto ciò significa che le aziende della Moda devono poter
riuscire a raccogliere, comprendere e utilizzare moli di dati provenienti da molteplici
Paesi, canali, device. Come orchestrare efficacemente le informazioni
provenienti da questo universo Omnichannel?
È cercando di rispondere a questa domanda che abbiamo
costruito S-Orchestrator, una delle ultime funzionalità che abbiamo sviluppato
all’interno della Stealth Platform e che abbiamo messo a punto per aiutare le
aziende di Moda a realizzare una unione trasparente tra vetrina fisica e vetrina
digitale.
Con due obiettivi importanti: supportarle nel miglioramento
delle attività di stoccaggio e di riassortimento dei magazzini e dei punti
vendita e, conseguentemente, aiutarle a far sì che le proprie strategie
Omnichannel intercettino correttamente e soddisfino in maniera puntuale le
esigenze di consumatori globali che acquistano ovunque nel mondo, via qualsiasi
device.
Facendo leva sul global inventory di Stealth, S-Orchestrator consente la gestione ottimale degli ordini: in base alla tipologia di flusso Omnichannel individuato, la soluzione si occupa di vincolare la disponibilità e di avviare il processo di evasione.
Per le Piccole e Medie Imprese una visione di questo tipo può portare notevoli benefici perché consente loro di gestire e organizzare il punto vendita come se fosse un vero e proprio centro di spedizione, minimizzando le consegne ed eliminando le problematiche relative alle barriere doganali o alla necessità di mettere in piedi triangolazioni fiscali molto complesse.
Un approccio basato sulla strategia “Click&Collect” amplifica anche la capacità delle aziende della Moda di rispondere in modo efficace alle esigenze digitali d’acquisto dei consumatori, al tempo stesso assicurando l’avvicinamento fisico tra brand e audience, massimizzando la capacità di usare i punti vendita come luoghi prediletti di una brand experience autentica perché costruita in presenza, ottimizzando l’integrazione orizzontale della filiera estesa e riducendo, infine, i tempi e i costi di gestione.