Le reti materiali, così come quelle immateriali, ci aiutano a restare
in contatto. Senza di loro, le città sarebbero isole. E le persone
sconterebbero l’impossibilità di accedere in modo fluido ai servizi di cui
hanno bisogno.
Il disastro del ponte Morandi, e l’effetto che ha
avuto sull’immaginario collettivo e sui gestori dei servizi in concessione, è
stato fortissimo ed ha evidenziato quanto una adeguata gestione delle reti materiali sia imprescindibile per il funzionamento del Sistema Paese.
In questi ultimi anni, le utilities hanno dovuto
affrontare due sfide concomitanti e urgenti: una gestione responsabile delle infrastrutture e nuovi modelli di business volti a contrastare il cambiamento climatico. Due fenomeni che,
seppur agendo su una scala temporale differente, creano un’opportunità unica
per la società contemporanea verso un futuro più sostenibile.
Salvaguardare le risorse idriche, valorizzare le materie prime
attraverso il recupero e il riuso, la decarbonizzazione: tutto ciò contribuisce
a contrastare e a mitigare gli effetti del cambiamento climatico, stimolando
allo stesso tempo la crescita economica e generando nuove opportunità di lavoro
attraverso la transizione ecologica.
I cittadini, le comunità e i territori chiedono una gestione idonea dei servizi, che sia attenta alle infrastrutture di rete e ai piani di transizione resiliente così da limitare i possibili effetti negativi derivanti da eventi calamitosi, siano essi dovuti o meno al cambiamento climatico.
Per farlo, occorre avviare un salto evolutivo nella gestione,
nello sviluppo e nella trasformazione delle reti. È necessario che le
infrastrutture supportino adeguatamente l’utilizzo efficiente delle risorse
evitando gli sprechi. Così come è necessario da un lato, sostenere il processo
di decarbonizzazione ed elettrificazione e, dall’altro, colmare il divario
tecnologico tra Nord e Sud.
In tale contesto, il settore è chiamato ad avere un ruolo
attivo, a rivedere le proprie strategie per rispondere a queste esigenze.
Perché la transizione energetica è alla base di quella
ecologica e costituisce la chiave principale di sviluppo del settore sulla base
di un indirizzo già da tempo consolidato a livello internazionale, che oggi più
che mai vede un’accelerazione importante grazie al Green Deal europeo e al PNRR.
Le ampie risorse messe a disposizione dal PNRR, dunque, offrono
l’opportunità di avviare investimenti importanti per il rilancio nazionale.
Le risorse idriche, ambientali ed energetiche sono i tre vettori
che possono accelerare il passaggio verso un’economia decarbonizzata, basata
sulla circolarità delle risorse, sul miglioramento della qualità della vita e
del grado di resilienza dei sistemi economici e sociali.
Le utilities sono attori cruciali di questo cambiamento
perché possono aiutare i territori ad abbracciare modelli di sviluppo più equi
e più sostenibili, accompagnando l’evoluzione anche attraverso una
collaborazione più serrata con le istituzioni e con i diversi stakeholder: così,
è possibile ottimizzare gli effetti positivi della smart city e quelli che
derivano dalla conseguente erogazione o ripensamento di servizi che producono
risultati misurabili e condivisi.
La tecnologia sostiene questa evoluzione perché permette di integrare modelli di business basati, per esempio, sull’uso della sensoristica in ottica di sostenibilità. I dati, di qualità e condivisi in modo libero, rappresentano una precondizione importante di questo cambiamento.
I sistemi di Asset Management diventano, in tale
contesto, importantissimi. Questi devono permettere lo sviluppo
dell’infrastruttura, supportare la gestione e l’utilizzo delle fonti
rinnovabili, offrire una solida base per il monitoraggio e l’analisi dei
sistemi e, infine, alimentare un’economia circolare creando valore aggiunto in
ogni singolo processo.
L’evoluzione della rete per mezzo di apparati, cabine e
interconnessioni evolute è, inoltre, cruciale per supportare il pervasivo
processo di elettrificazione, per esempio relativo alla mobilità elettrica, e
per rendere scalabile l’uso delle fonti rinnovabili e non programmabili.
Al tempo stesso, occorre
tenere a mente e indirizzare gli impatti ambientali e paesaggistici che le
infrastrutture hanno sui territori e su coloro che li vivono. Ecco allora che i
dati possono anche aiutare a sviluppare percorsi digitali di educazione e informazione
coinvolgenti e innovativi, basati sulle User Experience immersive, realtà
aumentata e virtuale, per favorire l’attenzione e la convergenza degli
interessi di tutti gli stakeholder – istituzioni, gestori, enti territoriali,
aziende e cittadini – per creare un nuovo Paese.
Dentro le aziende, il Sistema Informativo di Rete e le soluzioni di Building Information Modeling (BIM) sono gli elementi chiave dello sviluppo sostenibile perché offrono
pieno supporto nei processi di programmazione, progettazione, rilievo,
realizzazione e manutenzione. Uno sviluppo che permetterà di vincere anche la
sfida del divario infrastrutturale tra Nord e Sud, nodo critico per il Paese
che citavo poco fa.
La gestione di un’infrastruttura così costruita non può che
essere intelligente e proattiva: è in questo contesto che anche i sistemi di
monitoraggio, così come di nowcasting e advanced/predictive/prescriptive analytics, diventano essenziali per un uso efficiente delle risorse e
della infrastruttura stessa, permettendo la massima efficienza del sistema.
Dati e modelli digitali, identificati ormai comunemente
come Digital Twin, sono alla base di questi nuovi business model. Una
gestione attiva e flessibile della rete e della capacità produttiva, nonché un
indirizzo tempestivo delle disponibilità rispetto alle reali esigenze di
consumo, non è realizzabile senza che si attivi una filiera di informazione
centro-periferia, che passi dai punti di connessione finali, ai gestori locali
fino ai gestori nazionali.
È
chiaro, infatti, che gli obiettivi programmatici di cui parlavamo prima li
potremo raggiungere solo se ragioniamo a tutto tondo, in ottica di
sistema.
Questa ottica di sistema riguarda tutti gli stakeholder
coinvolti e i gestori dei servizi sono oggi il punto nevralgico di questa
evoluzione. ‘Dal watt al byte’ recitava il piano industriale del Gestore della
Rete Elettrica Nazionale: è presumibilmente questa la vera sfida per i gestori
dei servizi.
Al tempo stesso, la sola installazione di sensoristica o
di meter intelligenti non è sufficiente per cambiare passo. I gestori dovranno
acquisire le informazioni dal territorio, anche in nome e per conto delle
amministrazioni locali, indirizzarle all’interno dei propri modelli digitali di
rete e di erogazione dei servizi, metterli a disposizione in forma aggregata
degli altri gestori affinché domanda e offerta possano essere monitorate,
programmate e in ultima analisi “comandate”. Così, con la qualità e la quantità
delle informazioni a disposizione si possono generare servizi informativi ad
elevato valore aggiunto per l’intero ecosistema Paese.
I gestori di rete sono così pronti a traguardare la prossima sfida: diventare gli Information Provider dei territori, operando come hub di aggregazione, validazione e redistribuzione dei dati a sostegno di una più efficiente pianificazione dei servizi.
È
proprio con questa ottica che abbiamo ideato Retexo, la soluzione per la
gestione territoriale delle reti tecnologiche. Disegnata per supportare le
utility lungo l’intera filiera industriale, permette la gestione ottimale delle
reti di distribuzione dei servizi (energia, acqua, gas, ma anche illuminazione pubblica
e telecomunicazioni) per garantire una efficace erogazione delle risorse, sia
dal punto di vista geografico sia quantitativo.
Una soluzione che offre il pieno controllo delle
informazioni e la massima efficienza di processo in relazione alla gestione dei
clienti, all’esercizio di rete, alla contabilità e al controllo finanziario
delle commesse, ma anche al pieno adeguamento dei sistemi alle normative e agli
standard operativi.
Verticalizzata sulle esigenze del mercato italiano,
Retexo è una piattaforma gestionale integrata che permette di liberare risorse
preziose per i risultati di business, mantenendo allineati dati tecnici,
operativi, contabili e migliorando l’efficacia e la sicurezza degli interventi
sul campo.
In questo modo, la piattaforma permette di sfruttare i
dati sul territorio per valutare i diversi scenari di intervento e favorisce la
collaborazione proattiva con gli stakeholder territoriali, elevando il Sistema
Informativo Reti a modello geografico e tecnico su cui sviluppare la gestione
di tutti i processi aziendali e semplificando, conseguentemente, gli
adempimenti alle normative.