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NRF 2020: dove va il Retail, partendo dall’Expo del settore

 

Si è da poco concluso NRF 2020 Vision “Retail’s Big Show” di New York, il grande expo di settore che tradizionalmente riassume e rilancia i trend di mercato per trovarne le chiavi di lettura. È un evento che offre diversi spunti molto interessanti, anche vista la massiccia presenza di tutti i player significativi del settore: customer experience, sostenibilità e tracciabilità, AI e Machine Learning si prestano alle riflessioni più ampie. In questo senso anche i trend più anticipati vedono all’NRF il momento in cui se ne può capire il grado di maturità rispetto al mercato, al di là dei proclami.

NRF sorprende proprio per la presenza e l’effort che mettono tutti i principali retailer mondiali nel partecipare all’evento, sia per contribuire con contenuti e demo, sia per adeguare il proprio assetto sul mercato con partnership ed alleanze che iniziano a delinearsi proprio lì. Non sono più tanti i settori che possono vantare appuntamenti così importanti. I numeri parlano di 40'000 partecipanti, 16'000 retailers e 800 espositori, che hanno prodotto 200 sessioni con circa 100 ore di contenuti.

 

Parlando proprio di contenuti, durante l’evento si susseguono numerosi keynote e tour tra gli stand in cui sono ben rappresentate tutte le sfumature di Retail, Fashion Industry inclusa, e sono naturalmente accumunate da sfide simili in superficie ma diverse nei processi. I valori espressi sono proprio una staffetta di competenze, volta a soddisfare le pulsioni e le esigenze dei consumatori nel loro ciclo di acquisto.

Nel quadro proposto dagli addetti ai lavori i consumatori guardano ormai ai momenti di scelta e di acquisto sempre più come dei passatempi, che devono saper sia attrarre che garantire esperienze particolari. In questa dinamica la logica tra visita e consumo rimane ma non è facile da interpretare. Il consumo infatti segue dei binari apparentemente diversi, dominato in questo momento dal tema forte della sostenibilità e dalle diverse declinazioni del concetto. L’attenzione al plastic-free è stata è stata per anni in una sorta di incubazione ma diventa ora un elemento di peso sul mercato e di seguito cresce la percezione delle altre accezioni di sostenibilità, che si va ad intendere come sociale, economica ed ambientale in forme molteplici. 
I clienti infatti ci coinvolgono attivamente nell’implementare strategie che realizzino le loro scelte di Corporate Social Responsability (CRS), in quanto impattanti sia sulla definizione della catena del valore che sul versante del vantaggio competitivo che l’azienda detiene.

 

“Building Great Shopping Experiences Is Every Retailer’s Mandate” – Biztech Magazine

 

“[Sustainability] It’s going to change our entire business,” – Abigail Kammerzell, Sustainability Manager at H&M

 

Questi due aspetti, customer experience e sostenibilità, basterebbero per rappresentare una sfida colossale per i retailers, cui sono richieste le capacità opposte nel personalizzare l’esperienza e nell’ingegnerizzare i processi produttivi perché si adeguino alle sensibilità del pubblico. La sensazione però è quella che le proposte in merito non siano del tutto validate sul mercato e ci sia più una corsa a riempire gli offering piuttosto che a costruire valore.

Per noi è fondamentale rimanere a fianco dei clienti mentre si progettano sviluppi così sfidanti. Se molti espositori pronosticano che il prossimo terreno di cambiamento dovuto alla tecnologia debba essere quello della personalizzazione dell’esperienza in store (rendendosi più simile a quella eCommerce), noi crediamo maggiormente nella strada vista co-sviluppando insieme ai nostri clienti, ossia quella dell’employee empowerment. In questo senso, impieghiamo gli sviluppi tecnologici per valorizzare il personale del punto vendita, permettendogli di offrire un servizio migliore grazie ad informazioni puntuali e comodamente fruibili. A questo proposito abbiamo potenziato gli sforzi nella fase di ricerca ed user testing che porteranno presto ad evoluzioni importanti delle nostre soluzioni in store. In questo si migliora il contributo dell’elemento umano che è ciò che differenzia (anziché omologare) il negozio fisico. In questo senso è stato molto interessante vedere quali aziende sono su questa lunghezza d’onda e come indirizzano questa visione.

Non più al centro, ma comunque sotto le attenzioni degli espositori di NRF c’è anche l’I.A., che chiaramente è uno strumento e non un fine, ma dopo un periodo di intensivo sviluppo delle logiche multicanale (periodo ancora del tutto aperto per la verità) le aziende ora hanno organizzato una parte dei flussi di dati ed iniziano a percepirne il potenziale di insight, efficientamento ed automazione dei processi. Per questo c’è forte attenzione alle proposte dei partner tecnologici.

 

“This year, AI had a much more muted presence at NRF, except in two key areas […]. Customer experience and robots.” – Forbes

 

L’AI è stata presentata prevalentemente in chiave phigital ed al servizio delle logiche multicanale, lasciando evidenza che nel nostro campo dei processi di approvigionamento e produzione il terreno sia libero. In questo senso invece Dedagroup Stealth sta lavorando molto con l’impiego del Machine Learning, essenziale per indirizzare le tematiche di nostro dominio. Proprio con questa tecnologia, infatti, stiamo affinando soluzioni in grado di assistere le scelte strategiche di approvvigionamento e di acquisto dei nostri clienti. Siamo sicuri che quanto presenteremo in occasione degli appuntamenti dell’anno dove saremo fra i protagonisti, e qui penso all’imminente IT4 Fashion e al successivo PI Apparel ad Amsterdam, aprirà la via ad innovazioni di grande sostanza nell’aiutare i retailer del Fashion su sostenibilità, competitività e prontezza di risposta al mercato.

Da NRF capiamo che il mondo Retail americano è sì avanzato, ma anche molto focalizzato su alcuni aspetti e un po’ distratto su altri. Questo accade probabilmente con un’ottica agnostica rispetto ai settori di applicazione delle tecnologie per ricercare la replicabilità tra mercati diversi. Questo può aver ‘democratizzato’ positivamente alcuni avanzamenti del Retail ma dall’altra parte si nota la mancanza di partner specialisti, che sappiano costruire soluzioni davvero calzanti per la rispettiva area di competenza. Ci sono quindi tutte le premesse perché Dedagroup Stealth si espanda dalla sfera europea a quella globale, e così stiamo facendo, in virtù di expertise e approcci che non si sovrappongono a quelli già presenti. È tempo di andare in tutto il mondo a prendere per mano tutte quelle aziende del Fashion che stentano a trovare piena sinergia con le soluzioni che nascono multi-industry.

Come si suol dire dunque, stay tuned.