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I margini (di mercato) per la stampa 3D

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Fabio Iorio
Marketing Manager

08 March 2017
 

Definire il mercato del 3D non è una impresa semplice. Servizi e tecnologie non hanno ancora definito uno standard ed anche se i competitors più grandi godono di alcuni vantaggi di compatibilità rispetto ad alcune soluzioni software CAD specifiche, il fermento intorno a questa tecnologia apre scenari e soluzioni sempre nuove.

La definizione stessa del <<cosa>> rientra nel 3D sembra allargarsi in fretta, volendo integrare concetti di Realtà Virtuale, modellazione e rendering, senza che vi sia effettivamente una stampa fisica di un oggetto.Un serbatoio fatto di aziende produttrici, ricerca, servizi e soprattutto nuovi materiali di cui il risultato è un addensato di soluzioni (e tecnologie) che corre il rischio di impattare anche nelle aziende più attive che hanno necessità e voglia di sperimentare soluzioni diverse.

Secondo una ricerca NetConsulting, al momento macchinari connessi e stampa 3D guidano il piano Industria 4.0 più del cloud e delle Analytics. Da settembre del 2016 infatti, le aziende che hanno attivato o stanno pensando a progetti di stampa 3D sono circa il 75% di quelle intervistate.

 
Fonte: NetConsulting cube e Cherry Consulting, 2017
 

Tutti sono interessati al 3D, dalla ricerca aereospaziale alle applicazioni in capo medico, fino alle nuove sperimentazioni nella stampa di prodotti alimentari. Ma quali sono i benefici e le sue applicazioni?

 
Fonte: NetConsulting cube e Cherry Consulting, 2017
 

Secondo Giancarlo Magnaghi, direttore Tecnico di Cherry Consulting, incontrato al Convegno Stampa 3D, Manifattura Additiva e Industria 4.0 di fine Febbraio, il mercato del 3D ha due direttrici:

 
  • L’abbattimento dei costi
  • Produzione di progetti unici e di lusso
 

E se non c’è discussione sulla prototipizzazione, ormai introdotta negli anni 80, che porta ad un abbattimento dei costi che va dal 50 al 95%, è nella produzione specializzata e di alta qualità che sembra orientarsi il futuro.

I motivi principiali sono legati alla possibilità di giocare con nuovi materiali e forme futuristiche, più leggere e resistenti, limitate solo dalla fantasia dei designer.

 

Alle porte c’è una rivoluzione della progettazione, dove i reparti di Ricerca e Sviluppo tornano dentro le aziende, riducendo Time-To-Market e aumentando le possibilità di personalizzazione.

 

Sembrerebbe uno scenario win-win per le LoB e i CIO, ma dove si giocherà la partita? Sicuramente nelle capacità di adozione. Un vantaggio che, secondo NetConsulting, potrebbe portare a vantaggi competitivi di 2 anni sui diretti competitor. Per questo diventa fondamentale l’analisi delle competenze da sviluppare, degli impatti nella produzione e nella scelta di fornitori capaci di rispondere a nuovi modelli di Business.