Obi-Wan: Secondo le mie informazioni, dovrebbe essere in questo
quadrante, a sud del Labirinto di Rishi.
Jocasta Nu: Spiacente, maestro Kenobi, ma temo che il sistema che state
cercando non esista proprio.
Obi-Wan: Non è possibile. Forse gli archivi sono incompleti.
Jocasta Nu: Se una cosa non è registrata nei nostri schedari vuol dire
che non esiste.
Dialogo tratto da "Guerre Stellari - Episodio II: L'attacco dei cloni"
È
l’asserzione di Jocasta Nu, custode dell’archivio dei Jedi, che traccia meglio
di qualunque trattazione l’essenza di
cosa deve rappresentare un archivio per una organizzazione pubblica o
privata.
Diritti e doveri di cittadini e imprese possono essere determinati soltanto facendo ricorso a informazioni registrate, siano esse sotto forma di documenti protocollati o repertoriati, fascicoli, metadati o evidenze informatiche di altro tipo. Se un documento non è presente nell’archivio “non esiste” cioè non è rilevante sotto il profilo giuridico-amministrativo. D’altra parte nel parlare di trasformazione digitale nell’era del Cloud e del Mobile First i termini documento o archivio suonano decisamente di vecchio e desueto.
Ad esempio nel post Data& Analytics Framework Raffaele Lillo del team per la Trasformazione Digitale presso la Presidenza del Consiglio dei Ministri ha evidenziato quanto siano i dati “l’asset strategico” da valorizzare. Nessuna traccia di documenti e archivi. Saranno quindi i dati a soppiantare i documenti e le basi dati a sostituire gli antiquati archivi?
Osservando la
complessità della catena delle dipendenze di cui è necessario mantenere il
totale controllo, non solo per poter fruire, ma soprattutto per conservare
l’informazione che il dato rappresenta, si può intuire la risposta. Sistemi
operativi, DB, middleware, sistemi applicativi, tutto deve essere mantenuto se
si vuole preservare il contenuto informativo del dato e la sua corretta
contestualizzazione.
La forza di una catena è quella del suo anello più debole: una password dimenticata, un formato non più supportato, un aggiornamento software, un manuale non aggiornato (o mai scritto!) … un qualunque evento negativo di una catena che, purtroppo, può essere molto, troppo, lunga può mettere in crisi un sistema quando il ciclo di vita del dato viene misurato, non in qualche ora o giorno, ma in anni, lustri o per sempre.
Secondo il modello OAIS (Open Archival Information System, ISO 14721:2012) un sistema di conservazione digitale è un archivio inteso come “struttura organizzata di persone e sistemi che accetti la responsabilità di conservare l’informazione e renderla disponibile per una comunità di riferimento”. A OAIS si è ispirata la normativa italiana sulla conservazione digitale dei documenti, stabilendo che la conservazione dei dati debba includere anche i “pacchetti di archiviazione”, un insieme di informazioni utili alla interpretazione dei dati conservati.
Ecco quindi che se si vogliono trattare dati che possano sopravvivere ai sistemi che li hanno creati e che li gestiscono nel loro ciclo di vita attivo sarà necessario, prima o poi, trasformali in documenti o pacchetti. Tuttavia, per far convivere in simbiosi mutualistica dati e documenti sarà necessario creare un archivio dei record unico e completo. Per perseguire tale completezza le applicazioni che devono registrare un record dovranno anche trasformare questi dati in documenti. Attraverso delle API, dovranno poi collocarli nell’archivio facendo un uso corretto degli strumenti archivistici di cui l’Ente si è dotato (titolario, serie tipologiche, repertori, metadati descrittivi, collegamenti, vincoli).
Ma questo approccio
non corre il rischio di ingessare e burocratizzare troppo le applicazioni nate
per semplificare?
Facciamo
l’esempio di un benestare al pagamento
di una fattura. Nel mondo cartaceo il processo di approvazione al pagamento
di una fattura riguarda la produzione di un allegato alla fattura, da far
girare e vistare o firmare dai ruoli organizzativi opportuni. È fuori di dubbio
che una sana azione di trasformazione in digitale di questo processo non debba prevedere la digitalizzazione di
quel documento, ma la sua eliminazione
dal punto di vista degli utenti coinvolti, sostituita da una serie di passi
approvativi orchestrati da un motore di workflow.
Fermiamoci
per un istante a riflettere. Agli utenti non
chiediamo di firmare o vistare un documento, ma di esprimere la loro
volontà, volontà che è già, di fatto, espressa sotto forma di dati. È dunque
necessario avere totale consapevolezza in merito alle modalità e ai luoghi di
gestione di tali informazioni.
Per le
ragioni che abbiamo argomentato la conservazione della prova che quella
decisione è stata presa dalla persona giusta, nel ruolo giusto e nel momento
giusto, non può essere affidata al sistema che gestisce il processo. Si
perderebbe l’unitarietà dell’archivio e verrebbero introdotte troppe
dipendenze: la dipendenza dal sistema di workflow, dal produttore del pacchetto,
dalla versione del software, dal Data Base utilizzato e potremmo continuare a
lungo.
Quanti Amministratori affronterebbero a cuor leggero una migrazione del motore di workflow da una versione all’altra, o da un produttore all’altro, senza avere la certezza assoluta che le vecchie istanze vengano portate con tutti i dati correttamente contestualizzati e senza rischio di perdite o manipolazioni di alcun tipo? Nessun Amministratore di un Ente pubblico realmente conscio delle sue responsabilità.
Per la cronaca Jocasta Nu aveva torto. Il pianeta Kamino esisteva davvero. L’archivio Jedi non era completo in quanto, purtroppo, era stato manomesso.
Yoda: Vai al centro della forza d'attrazione, e il tuo pianeta tu
troverai. I dati qualcuno cancellato ha.
Obi-Wan: Ma, maestro Yoda, chi può togliere le informazioni dagli
archivi? È impossibile, no?
Yoda: Inquietante e pericoloso questo enigma è.
Un particolare ringraziamento a Loredana Bozzi e Armando Tomasi della Provincia Autonoma di Trento con i quali ho condiviso dieci anni straordinari di lavoro, idee, progettualità e che hanno avuto, loro per primi, l’idea di comunicare concetti archivistici citando la saga di Guerre Stellari e il mondo dei Jedi.