La “Terra di Mezzo Co-Modale” è una No Comfort Zone. Un territorio che mette in discussione e alla prova modelli, princìpi e tecnologie. In cui i percorsi sono multidimensionali, paralleli e concorrenti. Intersecano tecnologia, processi, ecosistemi, relazioni e modelli di business. Un universo intrinsecamente dinamico, dove il cambiamento e l’adattamento continui sono lo stato stazionario, la normalità. In cui lo spazio dei dati e delle relazioni non segue gli schemi tradizionali e richiede nuove competenze e nuovi approcci. Le “perturbazioni” del sistema si propagano istantanee con conseguenze diffuse e strutturali, che agiscono non solo sugli atomi digitali che costituiscono il sistema (i dati), ma sul funzionamento del sistema stesso (algoritmi, relazioni e dati).
Le sfide tecnologiche da affrontare sono importanti, ma non le sole importanti: cloud e multicloud, applicazioni iper-distribuite, concorrenti, multiservizi e “container-izzate”, API, security pervasiva e by design, sensori e flussi di dati, Intelligenza Artificiale “applicata”. Sono solo alcuni dei termini che affollano i media e l’attenzione nel nostro settore, ma la Trasformazione Digitale è una sfida che deve essere affrontata con un approccio di sistema, con un processo organizzativo e culturale vicino alle esigenze concrete dell’organizzazione interessata, sia essa un’azienda produttiva, di servizi, o un ente pubblico o una filiera.
Il Co-Modale è perciò un territorio multilingue in cui soggetti diversi rappresentano ed esprimono obiettivi e aspettative con linguaggi differenti e specifici: vendite, marketing, produzione, finanza, ingegneria, customer experience. Queste esigenze si intersecano e sviluppano relazioni che trovano nelle nostre tecnologie la trama digitale del loro nuovo tessuto operativo.
Non c’è un centro gravitazionale, un elemento o un linguaggio più importante: gli effetti, gli output sono la metrica di riferimento, il linguaggio comune, la sintesi di una trasformazione che prende avvio dalla tecnologia, ma che parla il linguaggio della realtà. Perché l’output è inclusivo e chiaro, le tecnologie no. Parlare di catene di Markov nascoste non porta beneficio al sistema così come realizzare un trapianto di cuore trascurando la possibile ostruzione delle vene non porta un beneficio al paziente, anche se l’operazione ha successo.
Il nostro compito come sviluppatori e integratori di software e tecnologie dell’era Digitale è far sì che un giacimento, i dati, diventi una miniera, trasformando linguaggi e obiettivi diversi e codificando conoscenza specifica nella sua sintesi tecnologica: software e algoritmi.
Software che vive in un delicato equilibrio tra ottimizzazione di componenti standard e specializzazione di elementi sviluppati in modo specifico per le caratteristiche peculiari che esprimono il valore differenziante di un processo, un’organizzazione, un modello operativo o di business.
Affrontare questa nuova complessità richiede incrocio di mercati e di culture – un approccio che abbiamo definitoCrossing Markets/Cultures – per trasformare in una piattaforma la conoscenza dei settori in cui lavoriamo e l’esperienza progettuale che abbiamo maturato in essi. La scelta sartoriale delle tecnologie e dello sviluppo degli algoritmi riflette il nostro modello di relazione privilegiata con il cliente, così come l’intelligenza applicativa delle community di sviluppo riverbera la capacità di leggere il contesto – tecnologico e di business – e di trasformarlo in una piattaforma.
Il nostro stesso DNA è l’effetto di incroci di competenze e integrazione di saperi, di cambiamento continuo, e ben si adatta a questo contesto dinamico in cui specificità e specializzazione diventano componenti dei software, connubio indistricabile di eccellenza nel coding e attenzione ai bisogni concreti dei clienti.
Questa trasformazione, di cui siamo contemporaneamente artefici e compartecipi insieme ai nostri clienti e partner, passa attraverso un Modello di Innovazione sempre più aperto, diffuso e interconnesso e una Strategia di Capitale Umano convinta e decisa, che non rappresenta per noi un’operazione alla moda ma una necessità. Siamo convinti che i nuovi territori vadano esplorati insieme, valorizzando le tecnologie, non facendosi specchio di esse. Lo facciamo e lo faremo ampliando le nostre iniziative di valorizzazione e sviluppo del capitale umano – come il nostro Build Y(Our) Future - e le attività di innovazione che puntano decisamente al passaggio dall’Open Innovation all’Open Integration.
La nostra ambizione è di codificare nei nostri software e negli algoritmi che li caratterizzano la specificità e la sartorialità industriale dell’eccellenza, quel connubio di tradizione e innovazione che è patrimonio fondante del Made in Italy. E che, riteniamo, sia il vero fattore differenziante del percorso di Trasformazione Digitale che stiamo affrontando insieme ai nostri Clienti e ai nostri Partner.
Forse la Trasformazione Digitale non sarà caratterizzata da un distacco netto rispetto al passato (la ricerca della "disruption" ad ogni costo) ma dalla trasformazione del nostro passato grazie alle tecnologie digitali, in un percorso che valorizzi la complessità creativa, l'eccellenza artigianale, e la dinamicità organizzativa proprie del Made in Italy.
“Le macchine di ferro ci sono sempre, ma obbediscono ai bits senza peso”. Italo Calvino, Lezioni A